martedì, Marzo 19, 2024
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Il successo del mentalismo è legato al bisogno di tornare a meravigliarsi

mazz marianoUn fenomeno che sta conquistando sempre più notorietà è quello del “mentalismo.” Abbiamo chiesto al mentalista Mazz Mariano (già finalista di X–magic, talent show teatrale che di recente lo ha visto classificarsi ai primi posti), di parlarci di cosa si tratta e della propria esperienza.

Cosa significa essere mentalisti e in cosa consiste l’arte del mentalismo?

Quest’ultimo nasce come una forma d’intrattenimento che elabora e sviluppa i principi basilari della magia tradizionale. A differenza del prestigiatore, il mentalista si serve fondamentalmente di un solo, importantissimo attrezzo che tutti portano con sé: la propria mente. Per me, essere un mentalista significa stimolare la curiosità di chi assiste ai miei spettacoli, trasmettere la sensazione che ciò a cui si sta assistendo sia un evento unico.

Come si diventa mentalisti e quali caratteristiche bisogna possedere?

Mentalisti non si diventa, piuttosto ci si scopre, inseguendo una passione, condividendola, studiando i grandi maestri, sperimentando. La mia storia inizia quando ho incominciato a frequentare il Club Magico Italiano di Bologna. Ben presto sono rimasto folgorato dall’arte di stupire con la mente. Volevo qualcosa che facesse leva sulle emozioni intime e private di chi assisteva alle mie esibizioni. Il mio segreto consiste nel cercare di essere metodico e creativo al tempo stesso. Mi impongo di essere personale nel rispetto della tradizione. Essere personali e sviluppare il proprio personaggio sono i veri ingredienti per essere un buon mentalista.

Perché questo genere di intrattenimento sta ottenendo sempre più popolarità?

Grazie all’indiscutibile professionalità di grandi personaggi come Derren Brown e, in Italia, Francesco Tesei, si sono generati interesse e curiosità. Un importante ruolo è stato ricoperto anche da talent show e canali digitali che hanno dedicato spazio a questa forma di spettacolo, per non dimenticare telefilm come “Lie to me” o “The Mentalist.” Dal mio punto di vista, il vero detonatore che ha fatto esplodere il fenomeno del mentalismo è il bisogno che le persone hanno di tornare a stupirsi e meravigliarsi, magari anche attraverso l’illusione che esista qualcosa che trascenda la logica e la razionalità. Il mentalismo è una delle forme di intrattenimento più interattive che io conosca. La sua grande potenza è proprio questa: poter stabilire un contatto empatico ed emotivo con le persone.

Che tipo di esperimenti propone nei suoi spettacoli?

Un mentalista non avrebbe ragione d’esistere senza un pubblico. Per questo vengono chiamati a collaborare come volontari spettatori scelti a caso in platea. Cerco di stabilire un contatto, ricevere emozioni, limitandomi a suggerire uno scenario all’interno del quale muoversi. Gli spettatori effettuano scelte, definendo un percorso in evoluzione, al termine del quale arrivo a dimostrare di poter leggere nella loro mente o di essere da tempo a conoscenza di un evento che si è verificato in scena pochi secondi prima. In altre occasioni, do prova di come sia semplice influenzare la scelta di una persona. Posso dimostrare come la memoria umana sia in grado di ricordare dati complessi, memorizzati in pochi secondi. Ogni mentalista sviluppa e coltiva abilità speciali, che dimostra nel corso delle esibizioni.

Qual è uno dei suoi numeri più apprezzati?

Uno dei maggiori punti di forza della mia disciplina è la sua adattabilità. Il numero più apprezzato, quindi, è quello giusto per quel determinato pubblico in quell’occasione. Genera sempre molta curiosità una mia rivelazione di informazioni privatissime e personali, gelosamente custodite fra i ricordi degli spettatori. Un altro effetto d’impatto è quello durante il quale dimostro la percezione remota del gusto altrui. Piace molto il lie detector, dove riesco a scoprire se una persona sta dicendo una bugia. In generale, il pubblico apprezza numeri semplici ma coinvolgenti, che toccano la sfera personale.

Davide Baino

Fonte http://www.lanuovaprovincia.it/stories/cronaca/29360_il_successo_del_mentalismo__legato_al_bisogno_di_tornare_a_meravigliarsi/

Andrea Clemente Pancotti

Principalmente sono io Andrea Clemente Pancotti: infanzia rovinata dai fascicoli di “STUPIRE!” di Carlo “Mago Fax” Faggi. Abbandona l’Arte per poi riscoprirla alla soglia degli ‘anta.“. Ora il team si e’ allargato, siamo comunque un gruppo di amatori, seriamente innamorati della Magia…

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