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Quadrati Magici – Iconografia

La più antica testimonianza a noi pervenuta sui quadrati magici viene dalla Cina nei primi secoli dopo Cristo, e forse addirittura nel IV secolo a.c. Il quadrato 3 × 3 era chiamato LO SHU; nel X secolo i cinesi conoscevano quadrati fino all’ordine 10, oltre a catene di cerchi e cubi magici non perfetti. Nell’Occidente Latino i quadrati magici apparvero nel XIII secolo.

Se ne trova traccia in un manoscritto in lingua spagnola, ora conservato nella biblioteca Vaticana (cod. Reg. Lat. 1283a) attribuito a Alfonso X di Castiglia. Ricompaiono poi a Firenze nel XIV secolo, in un manoscritto di Paolo dell’abbaco ossia Paolo Dagomari, un matematico, astronomo e astrologo che fu tra l’altro in stretto contatto con Jacopo Alighieri , uno dei figli di Dante. Alle pagine 20 e 21 del manoscritto 2433, conservato nella Biblioteca Universitaria di Bologna si trovano infatti un quadrato magico 6×6 e uno 9×9, attribuiti rispettivamente al Sole e alla Luna

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