Il libro e’ ben scritto, chiaro, e scorre via bello fluido, dispensando nozioni di tipo pratico per affrontare questo settore della magia; e’ spiegato tutto, dall’approccio al tavolo al rapporto con il gestore del locale, fino a come interagire con il pubblico e, non per ultimi, i dipendenti del locale dove si farà table hopping.
Il table hopping e’ quel ramo della Magia (non del lago di Como!) che consiste nell’eseguire numeri prevalentemente di close-up e micromagia direttamente al tavolo degli spettatori, che sia in un ristorante, bar o in un contesto differente come convention o matrimoni.
E’ una disciplina ottima per farsi le ossa e per imparare, in quanto capita che lo stesso gioco venga ripetutto molte volte durante una serata, e che quindi ci sia possibilità di provarne variazione e migliorie, fino ad arrivare ad un gioco solido ed acquisire un discreta sicurezza nel farlo.
La sezione dei giochi, scelti da Andrea ed usati nel corso della sua carriera, quindi 100% commerciali, e’ molto interessante e ci fa capire che non serve fare trucchi complessi per divertire e stupire il pubblico, ma serve una buona presenza, parlantina e sicurezza.
Poche persone hanno avuto piacere di avere visto dei giochi di Magia da così vicino, ed e’ quindi inutile fare trucchi complessi e difficile da fare, che rischiano di annoiare e non essere apprezzati.
Aggiungo che nell’esecuzione di un effetto solo il 10% e’ veramente l’esecuzione del trucco, il restante 90% e’ parlantina, diversione (misdirection per gli anglofoni!), ed Andrea fa capire proprio questo… peccato che quel 10% sia sempre all’inizio, quindi pratica, pratica, pratica.
Il libro e’ esattamente come pubblicizzato, un manuale in lingua italiana (finalmente!) del table hopping, “una miniera di informazioni preziose”, sempre da leggere e rileggere per fare propri i contenuti.