giovedì, Marzo 28, 2024
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La Stampa: Eddy il mago dei potenti è un italiano con il trolley

Non c’è crisi, tantomeno embargo per un nostro gran mago. Prima di Natale, Arduino Miscioscia, in arte Eddy, si è esibito con i suoi mirabolanti trucchi e giochi di prestigio per gli invitati di una cena a Barvikha, cittadina di residenze deluxe dell’alta società russa.

Volo Aeroflot Mosca-Milano («Prendo 200 aerei l’anno, non porto mai nulla con me»), Eddy, 48 anni, lunghi capelli raccolti in un codino, occhi intensi e tono di voce soft, a Natale è riapparso a Courchevel per allietare feste private nella molto chic stazione francese e questo weekend è arrivato a Gstaad dove allieterà il party di un facoltoso greco. Altra festa, altro volo. In Russia Eddy ritornerà il 31 dicembre perché è atteso al veglione di Capodanno riservato a soli 30 ospiti in una villa fuori Mosca.

Sembra facile parlare con Arduino-Eddy, uomo dai modi gentili; in realtà, il «mago dei potenti» come viene chiamato nei rari articoli che lo riguardano ama l’ombra e detesta essere definito così. «Mago non vuol dire niente, è troppo generico. Io sono un illusionista, prestigiatore e mentalista, un po’ di tutto questo».
Oltre ai suoi incredibili effetti speciali (nelle esibizioni a distanza ravvicinata riesce a far sparire carte di credito dai portafogli e farle riapparire in buste chiuse; trasforma pagine di riviste in banconote; curva oggetti; indovina frasi in diverse lingue e riesce persino a levitare di alcuni centimetri sopra una sedia) Eddy ha perfezionato entrando magicamente in palazzi, yacht, chalet, dacie, la superdote della discrezione.

Primo. Mai farsi vedere in televisione. «Me l’hanno chiesto ma non m’interessa. Seguo un’altra strada: quella dei clienti privati». Secondo. Raccontare il meno possibile dei suoi celebri fan, politici e industriali di tutto il mondo, dal Messico al Canada, dalle cene del miliardario Al Fayed a quelle ad Altana del presidente kazako, Nursultan Nazarbayev. «Non chiedo mai chi sarà presente a una cena. Certo, riconosco qualche ospite illustre dalle foto sui giornali ma, il mio obiettivo è far divertire». Tempo fa in una delle sue rare interviste a una domanda su Silvio Berlusconi Eddy replicò: «Io di presidenti ne conosco 37». Ok. Ma si è esibito in qualche «cena elegante» ad Arcore? «No, mai ad Arcore. Una o due volte a villa Certosa». Sardegna, fine luglio 2008. Chez Berlusconi c’è il presidente Hosmi Mubarak che, in una della sue ultime, lievi serate d’estate, si ritrovò scritta in perfetto egiziano la frase che l’illusionista gli aveva chiesto di pensare.

«Andreotti aveva davvero una memoria sorprendente», narra Eddy ripensando alla serata in una casa romana per gli 80 anni dell’anziano leader Dc. «Gli chiesi anche di pensare un numero lungo. Ricordo, era il 1747. Andreotti se lo ritrovò scritto su un foglio». Scelse invece il numero 5 Vladimir Putin quando, durante una cena in una villa di Sochi, sul Mar Nero accettò il gioco dell’illusionista. «Quella volta mi sono esibito per 30 minuti. Sono rimasto sempre freddo, la mia interprete molto meno! Da allora, ho rivisto parecchie volte il presidente Putin», dice Arduino, figlio di un operaio pugliese emigrato a Milano. Casa in zona Barona, qualche libro per inseguire da autodidatta la passione della magia. Per anni guadagnarsi da vivere facendo mille mestieri e, la notte, conquistare pubblico nel locali sui Navigli. Grazie al passaparola Eddy viene ingaggiato a matrimoni e compleanni; per qualche anno, lavora molto anche alle convention aziendali. «Con la crisi un mercato finito!».

Allenandosi moltissimo («Almeno 3 ore al giorno; fin quando non sono super sicuro non propongo un numero») e grazie ai consigli di sua moglie Paola, Eddy il mago, diventa come un marchio di lusso del made in Italy. Un cadeau per i reali sauditi o per gli oligarchi al San Pietroburgo International Economic Forum. Costa molto? «A volte nulla», risponde. «Capita che mi ospitano con mia moglie. Esempio? Degli amici ci hanno invitato a pescare i granchi in Kamchakta». Brrr! Quanto a questo freddo Natale russo Eddy non ha dubbi: «C’è un clima migliore del nostro e Putin è amato ancora di più. La gente spende, i locali sono pieni. A Mosca, altrove non so».

Fonte http://www.lastampa.it/2014/12/28/cultura/opinioni/di-profilo/eddy-il-mago-dei-potenti-un-italiano-con-il-trolley-ymWy4BMhM7aWJSfB5Ac3VN/pagina.html

«Levito davanti a Putin e poi gli leggo nel pensiero»

Ha i capelli biondi raccolti in una coda. Completo ecru, iPhone e agenda alla mano. È un mago? «Illusionista». Eddy, milanese, lo fa per lavoro: levita, per esempio. Si solleva da terra, poi torna giù. Gli basta sfogliare una decina di ritagli di una rivista per trasformarli in altrettante banconote da 50 euro. Lo chiamano il mago dei potenti, perché da una decina d’anni (ne ha 43) viene invitato da politici, industriali e miliardari di tutto il mondo per esibirsi durante cene e feste. «Sono sempre in giro, prendo duecento aerei l’anno». È appena tornato da Capri.
Come si chiama davvero?
«Arduino Miscioscia».
Arduino è un nome da mago. Un segno del destino?
«Forse. Anche se da piccolo non avrei mai immaginato di diventare mago per lavoro. Era solo una passione».
Ha cominciato presto?
«Verso i dodici anni, per gioco. Anziché il pallone… Mi divertivo, leggevo libri».
E poi com’è diventato mago di mestiere?
«Ho iniziato a esibirmi in locali e ristoranti di Milano. A casa non è che fossero entusiasti, ma lavoravo sempre di più».
Fino a conquistare politici e capi di Stato. Il premier Berlusconi, Putin, i reali sauditi. Come ha fatto?
«Col passaparola. Sono stato anche in India, in Kazakistan. A questo punto vorrei incontrare Obama».
Scusi, ma lei, per esempio, viene chiamato in Russia. Che fa?
«Magari Putin dà una piccola cena con industriali e politici. Una serata normale, mangi, ascolti musica. Io mi esibisco per mezz’ora, un’ora, anche due ore di fila».
Come funziona?
«Nessuno sa niente, all’inizio mi siedo al tavolo come tutti gli altri ospiti. A volte c’è anche mia moglie. A un certo punto chiedo l’orologio a uno degli invitati, o l’anello a una delle signore. Muovo le lancette senza toccarle, o faccio sparire il gioiello, che poi salta fuori all’improvviso. O faccio spostare la cassaforte. Non porto mai nulla con me».
Niente casse in cui segare l’assistente?
«No, no. Magari però leggo nel pensiero…».
Addirittura…
«Indovino delle cose: la carta che pensi, un nome, una città, il pin del cellulare».
Adatta i trucchi ai vari Paesi?
«Se sono in Kazakistan faccio pensare a un nome e poi la persona se lo ritrova scritto, in kazako, sotto la mano o su un foglietto».
Senza che conosca il kazako…
«Ovviamente. Ma mi preparo. Se mi invitano i reali sauditi, il nome lo trovano scritto in arabo. Si chiama improntum».
Perché piace tanto ai potenti?
«Forse perché alleggerisco un po’ l’atmosfera. Con tutti i problemi a cui devono pensare…».
I trucchi più difficili?
«Levitare. Per imparare ci vogliono anni e dura solo pochi secondi. E poi la lettura del pensiero».
Fa gli scherzi anche a Putin? Dica la verità…
«Ma non vado solo da lui. Mi è capitato di incontrare anche Mubarak: gli ho fatto trovare la scritta, in arabo, della carta che aveva pensato. Si è divertito molto».
Chi altro la invita?
«Tanti. Industriali, politici. Vado in Turchia, Francia, Germania, Grecia, Gran Bretagna. Sono stato anche due volte in Cina».
Com’è andata coi cinesi?
«Si sono divertiti. Poi mi hanno chiesto: ma come fai ad avere questi poteri?».
Come fa?
«Io dico: non sono poteri».
Che fa, studia?
«Certo. Mi alleno continuamente, faccio ricerche, sperimento. Ma alla fine quello che conta è il giudizio di mia moglie».
È severa?
«Mi esercito per tre mesi, poi le mostro il risultato e lei dice: “Uno schifo. Fai così e così”. E mette tutto a posto, in due secondi».
Una maga. C’è qualche trucco a cui è più affezionato?
«Attirare gli oggetti verso di me, solo con le mani. Telecinesi».
Perché illusionista e non mago?
«Niente esoterismo, niente lettura delle carte. Solo divertimento puro».
Sono tutte solo illusioni?
«Quello che si vede è sempre vero».
Ogni tanto fa il mago anche nella vita quotidiana?
«Magari qualche scherzo. Quando fumavo mi divertivo a lasciare la sigaretta sospesa a mezz’aria e, nel frattempo, mi allacciavo le scarpe».
A sua moglie fa scherzi?
«Una volta ho messo il gatto nel microonde, ovviamente spento. Poi l’ho fatto ricomparire al piano di sopra, in camera da letto. Si è arrabbiata».

Fonte http://www.ilgiornale.it/news/levito-davanti-putin-e-poi-leggo-nel-pensiero.html
L’articolo sul giornale lo trovate qui http://www.clubartemagica.org/pdf/eddy.pdf

Andrea Clemente Pancotti

Principalmente sono io Andrea Clemente Pancotti: infanzia rovinata dai fascicoli di “STUPIRE!” di Carlo “Mago Fax” Faggi. Abbandona l’Arte per poi riscoprirla alla soglia degli ‘anta.“. Ora il team si e’ allargato, siamo comunque un gruppo di amatori, seriamente innamorati della Magia…

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