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La sopravvivenza del CICAP è a rischio. C’è bisogno dell’aiuto di tutti.

Nel 2014 il CICAP dovrebbe compiere 25 anni. Il condizionale è d’obbligo, perché la situazione è ormai tale che non siamo sicuri se il Comitato esiterà ancora tra un anno.

Siamo sommersi dal lavoro e dalle richieste. Abbiamo da poco concluso un convegno nazionale che ha fatto seguito a un anno di distanza a un altro convegno di due giorni, svoltosi a Torino e dedicato ai numeri. Solo pochi mesi fa abbiamo organizzato il giro italiano di James Randi, con quella straordinaria conferenza trasmessa via satellite in tutta Italia. Senza contare le Giornate anti-superstizione, il Corso per investigatori e le tantissime conferenze organizzate dai Gruppi Locali in tutte le regioni dove queste sono attive. E questo solo per gli incontri pubblici.

Chi ci segue soprattutto sul web, dove siamo presenti in tanti modi (con il sito del CICAP, quello della rivista Queryonline, i canali sui social network, facebook, twitter…), ma anche chi continua a seguirci semplicemente leggendo Query, sa che siamo sempre in movimento. Ogni giorno veniamo consultati dai media e dal pubblico su questo o quel caso misterioso, conduciamo test ed esperimenti, verifichiamo le notizie più insolite, organizziamo corsi e workshop, andiamo in radio e TV spesso, anche se non abbastanza… Insomma, continuiamo a fare quello per cui siamo nati 24 anni fa.

Eppure, potremmo fare molto di più. Per esempio, potremmo essere presenti maggiormente nelle scuole. Potremmo contribuire alla formazione di docenti, ricercatori e insegnanti organizzando corsi di aggiornamento e perfezionamento. Potremmo far partire osservatori mirati sui programmi televisivi, in modo da intervenire tempestivamente presso la vigilanza Rai o il Garante dell’Editoria, ogni qualvolta vengano propagandate in maniera acritica teorie pseudoscientifiche o, peggio, dannose per la salute… Potremmo fare davvero tante cose.
Ma le nostre forze sono limitate e quel che è peggio si vanno restringendo. La crisi sta colpendo anche noi ed è per questo che dobbiamo chiedere il vostro aiuto.

Leggi il resto dell’articolo sul sito di Massimo Polidoro.

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