giovedì, Aprile 25, 2024

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Interviste

Intervista a Ramó y Alegría

Luca @lucaramacciotti ha incontrato il simpatico duo Ramó y Alegría durante la loro permanenza in Italia per lo spettacolo Abracadabra, dal 26 dicembre all’8 gennaio al Teatro Ghione (Roma)

Quando è iniziata la collaborazione tra Ramó y Alegría?

Nel 2014 Ramó ebbe l’idea di fare un numero da portare a un concorso con quattro maghi e un’assistente. Uno dei maghi conosceva Alegría e le propose di essere lei la partner del quartetto. Fu in quell’occasione che Ramó e Alegría si incontrarono. Da quella che rimase solo un’idea, ci fu il nostro incontro e iniziammo a lavorare insieme in piccoli spettacoli familiari e in alcuni teatrini di Barcellona.

Fin dall’inizio avete deciso di creare numeri di magia comici?

La scelta di fare magia comica non è qualcosa che abbiamo deciso in modo consapevole, ma è si è sviluppata naturalmente a causa del nostro modo di essere.

Ramón: “Quando ero piccolo volevo essere un clown, non un mago, ma per essere un clown devi avere talento.”

Come nascono le vostre rielaborazioni? Assistiamo a un classico numero magico e… all’improvviso succede di tutto.

Immagino tu ti riferisca al numero che abbiamo portato anche in scena al festival “Abracadabra” a Roma.
La storia di questa creazione è molto curiosa. Un giorno stavo guardando un numero di close-up di Mario López dove traspone una moneta cinese d’argento all’interno di una piccola scatola di legno e nel suo discorso fa la parodia del trucco del baule della metamorfosi. Nel suo numero c’è un momento in cui dice: “Il mago colpisce la scatola così puoi vedere che è reale, solida, come se stesse cercando di venderti il tutto”. Lì ho pensato “Hehe, sarebbe molto divertente se la scatola si rompesse”. Mi piaceva molto l’idea, ma era solo una gag finché all’improvviso un giorno, esattamente due settimane dopo, ripensando all’argomento, mi è venuta in mente l’intera sequenza di quella che oggi è l’instamorfosi (la scatola che si rompe). Era l’idea tipica che ti piace quando ti viene in mente, ma non sai se è realmente buona o cattiva. Ne ho discusso con alcuni colleghi e tutti mi hanno detto che era un’ottima idea. E ora arriva la bellezza del mondo della magia: un amico molto vicino a noi portò l’idea a Kevin James, e Kevin mi scrisse per dirmi che – e cito esplicitamente – “DEVI FARLO”. Dopodiché, non restava che mettersi al lavoro.

Tre anni dopo ho presentato l’idea al Congresso Nazionale di Magia e ho vinto il primo premio in grandi illusioni.

Isntamorphosis ha creato una linea molto chiara in cui volevamo lavorare, che non è né più né meno che prendere le illusioni classiche e stravolgerle. E così è nato il resto del numero.

Oltre alla magia, hai studiato anche teatro?

Ramón: “Sì, ho studiato teatro in modo amatoriale da quando avevo 10 anni, e per due anni ho studiato per una formazione da attore professionista oltre ad aver seguito vari corsi per clown e mimo. Ho studiato ingegneria per tre anni, ma ho abbandonato quando non avevo tempo per seguire sia gli studi sia la magia.

Alegría: “Da adolescente durante il liceo ho fatto per tre anni teatro mentre attualmente sono un educatore infantile e terapeuta della Gestalt, e queste mie occupazioni le combino in modo fantastico con la magia.

Quali sono i vostri punti di riferimento in campo magico?

Come maghi spagnoli è molto difficile per noi darvi un elenco finale di maghi che possono essere i nostri riferimenti. In realtà non abbiamo referenze specifiche, ma abbiamo molti colleghi che non esitano a darci una mano o darci buoni consigli quando lo ritengono opportuno, come Mario Lopez, Hector Mancha, Adrian Soler, Jaime Figueroa, o Gonzalo Albiñana.

Come avete deciso di caratterizzare i tuoi personaggi?

Seguiamo la struttura del clown: l’Augusto e il Carablanca. La differenza nel nostro caso è che il “mago” è l’Augusto, quando normalmente accade il contrario. Questo ci permette di generare situazioni in cui chi “dovrebbe essere al comando” è un disastro rendendo il tutto ancora più divertente.

Impegni futuri?

Al momento vogliamo goderci i successi che il numero può darci e girare il mondo il più possibile.

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