venerdì, Aprile 19, 2024

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Interviste

Flavio Desideri – intervista di Roberto Bombassei

“Le vere amicizie sono eterne.” Cicerone

Siamo amici da oltre trent’anni. Amici veri. Con lui ho trascorso meravigliose giornate a San Martino di Castrozza, a Roma, a Cuneo e da sempre, almeno una volta alla settimana, ci sentiamo per uno scambio di opinioni e idee sul nostro mondo magico.

Flavio è un uomo onesto, sincero, vero e, cosa sempre più rara oggigiorno, umile. La sua enorme cultura s’intravede nelle considerazioni su libri e sugli effetti che vende e produce attraverso la casa magica creata da suo padre Lamberto e da lui portata avanti con intelligenza e rispetto.

Sono orgoglioso e felice di avere un amico come Lui.

Sei da sempre nel mondo magico, ci puoi raccontare qualche aneddoto?

“Beh, proprio perché sono nato in questo mondo, direi che la storia sarebbe molto lunga. In cinquant’anni di acqua sotto i ponti ne è passata, con il rischio di ammollarli!

Molti sono i miei ricordi di bambino, da quando gattonavo sotto il tavolo dove si esibiva mio padre, Lamberto Desideri, alla pizzeria fumosa con il prestigiatore di passaggio a Roma che mostrava qualcosa al cameriere.

Sono ricordi dello scorso secolo, e non lo dico a caso! Di un’altra era geologica in cui si conoscevano i prestigiatori tramite ciò che si leggeva sulle poche riviste che circolavano, tramite scambi epistolari che duravano mesi per via dei tempi postali. Quando mio padre riceveva il pacchetto dall’America, dopo mesi dalla prima volta in cui aveva letto qualcosa su un Linking Ring o su un Genii, era festa grande.

Quando arrivava la lettera di un Marlo, o chi per lui, che gli preannunciava la visita a Roma di un Simon Aronson, un David Solomon o un Mike Skinner, scattava subito un meccanismo automatico per organizzare le giornate in modo tale da “spupazzare” gli ospiti al meglio, dai giri turistici alle immancabili pizzate con dopocena con il resto della “truppa” romana. Truppa romana che andava da Binarelli e Zelli a Raimondi e Silvan, da Pizzuti e Roxas a Contigliozzi, Riccardi, Cherubini… Lunghissime serate in cui finivo immancabilmente addormentato quando ero più piccolo (mi raccontano di aver dormito ovunque) o in un angolo del tavolo ad assistere silenzioso quando ero un pochino più grande.

La fortuna di abitare a Roma mi ha permesso di incontrare, vedere all’opera e, in qualche caso entrare in confidenza con molti prestigiatori di tutto il mondo che di qui passavano e passano. Prima grazie alle conoscenze di mio padre, poi grazie a La Porta Magica che ho preso in mano quando morì e che ancora oggi porto avanti, ho avuto modo di conoscere moltissimi personaggi. Ho scoperto che la foto in cui da bambino sono seduto di fianco a Dai Vernon insieme a mio padre è nota in tutto il mondo, ma un giorno dovrò tirare fuori il Super 8 in cui Mike Skinner mi porta sulle spalle mentre visitavamo il Pantheon… sì decisamente un’altra era geologica. Poi c’è Frank Garcia che mi chiedeva di premergli la pancia con il dito per far fuoriuscire dalla sua bocca magiche nuvole di fumo, gli spaghetti notturni a casa con Daryl o, in tempi più recenti, i parallelismi tra magia e surrealismo e le passeggiate notturne con Jeff Sheridan, le “sessions” culinarie e non con Jon Racherbaumer e Aldo Colombini.

Un capitolo a parte andrebbe scritto per quanto accaduto nelle molte edizioni del corso di prestigiazione di Tony Binarelli a San Martino di cui anche tu sei stato testimone (ABOMBAAAAA!!!). Forse i ricordi più belli che ho di Vanni Bossi sono quelli legati alle nottate passate nella sala dell’albergo, tra birre, grappe e dice stacking con gli Smarties. Sempre con Vanni le nottate spagnole a Vitoria-Gasteiz, una sera mi chiese persino di mostrare a Camilo Vasquez una cosa con le carte che mi aveva visto fare!

Qui volendo si potrebbe aprire il capitolo dei numerosi giri in Europa per congressi magici con Luca D’Agostini, dalla papera in Spagna allo zucchero di Piet Forton in Olanda, ma queste le lasciamo per un’altra vita…

Le prime edizioni dietro le quinte di Supermagic di Remo Pannain, magari in attesa che qualche burocrate liberasse le tigri di Mattiolo o quando ho vestito i panni di un orso durante un Trofeo Arsenio di Franco Silvi. Poi gli innumerevoli pomeriggi, le serate, le mangiate, le bevute, le vacanze con Paolo Jacobazzi, Luigi Pesce, Alfonso Bartolacci, Riccardo Bramati, Bob Noceti, Alain Iannone, Francesco Di Luciano, Marco Fida, il professor Mysteryo e le sue letture… ma queste sono cose che rientrano più nei momenti che ognuno di noi condivide con i propri amici durante la propria vita.

Sai, avendo lo studio de La Porta Magica in cui trascorro anche Natale e Capodanno (e non è tanto per dire!) molti sono i ragazzi che passano con cui dopo un po’ si instaura un rapporto e con cui si inizia a chiacchierare, a condividere, a pensare e di cui magari si vedono i primi passi come con Raffaello “Faccestamagia” Corti.

Insomma, in tanti anni tutti noi abbiamo da raccontare aneddoti più o meno interessanti e divertenti e ricordi che possono far sorgere piacevoli lacrime.”

Cosa è per te la Magia?

“Ho sempre definito la Magia come ciò che causa una momentanea interruzione del corso naturale delle cose, ma dopo tutto quello che ti ho detto, mi pare evidente che la magia rappresenti anche una buona parte della mia vita.

Oltre ad essere un lavoro, è per fortuna anche una passione che unisco alle altre che ho e che cerco di infondere e far trasparire in quel che faccio con La Porta Magica.

Già mio padre aveva iniziato a proporre la Magia non solo come semplice effetto “usa e getta”, o peggio come semplice merce, ma come una disciplina dello spettacolo con tutto quello che implica. Da qui proporre sulla rivista. Inoltre non solo la spiegazione di routine, ma anche note storiche, critiche e commenti. Cosa che ha proseguito con La Porta Magica inserendo in catalogo molti testi. Io ho continuato, pubblicando molti libri di autori italiani, traducendo molti testi classici (ricordo il Corinda, il Bobo, l’enciclopedia di Martin Gardner, Matt Schulien e tanti altri) e credo anche con l’anomalia tutta de La Porta Magica delle descrizioni che scrivo per ogni articolo che metto in vendita. Già dal 1981, sui primi cataloghi de La Porta Magica, le descrizioni erano asciutte, essenziali e fuggivano da frasi ad effetto che erano e sono care a tutti gli altri venditori di giochi di prestigio. Con il passare del tempo ho trasformato delle descrizioni in vere e proprie recensioni seppur brevi, con riferimenti storici, commentando, consigliando e, quando il caso, criticando bonariamente o sarcasticamente. Questo per far sì che chi non si ferma al filmato pubblicitario, possa avere una visione la più completa possibile, possa venire a conoscenza di altre possibilità e soprattutto che non rimanga deluso da ciò che riceve e spero vivamente di riuscirci. Penso che le descrizioni che scrivo ogni settimana, facciano trasparire anche ciò che ritengo sia la Magia. Una disciplina dello spettacolo che, a volte, può assumere le sembianze dell’arte, e che, come tutte le arti, si ciba di qualsiasi cosa, si evolve, si ricrea… speriamo non si autodistrugga.”

I tuoi progetti futuri…

“Per abitudine non parlo dei miei progetti, preferisco parlare di ciò che ho già realizzato o che sono in procinto di realizzare sicuramente. Mi riprometto di rimanere comunque fedele a me stesso, senza snaturarmi, seguire le mie idee ma sempre pronto ad assorbire, a filtrare dall’esterno ciò che di buono può arrivare, per dirla con Peter Brook: senza prendermi troppo sul serio, tenendomi forte e lasciandomi andare con dolcezza.”

Visita La Porta Magica https://www.laportamagica.it/it

Andrea Clemente Pancotti

Principalmente sono io Andrea Clemente Pancotti: infanzia rovinata dai fascicoli di “STUPIRE!” di Carlo “Mago Fax” Faggi. Abbandona l’Arte per poi riscoprirla alla soglia degli ‘anta.“. Ora il team si e’ allargato, siamo comunque un gruppo di amatori, seriamente innamorati della Magia…

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